Filosofo inglese. Intrapresi gli studi
universitari, si andò orientando verso la concezione evoluzionista. Nel
1846 passò al giornalismo come collaboratore
dell'“Economist”, di cui assunse la vicedirezione nel 1848. Nel 1850
pubblicò la sua prima opera,
Statistica sociale, seguita da vari
saggi riuniti poi nei
Saggi (3 volumi, 1891). Dal 1853 si dedicò
interamente alla ricerca filosofica. Influenzato dal pensiero di F. Schelling,
concepì inizialmente l'evoluzione in senso teologico; in seguito
abbandonò ogni presupposto finalistico, limitandosi alla pura descrizione
dei dati positivi.
S. svolse organicamente il proprio pensiero nei 10
volumi che compongono il
Sistema di filosofia sintetica:
Principi
primi (2 volumi, 1862);
Principi di biologia (2 volumi, 1867); la
seconda edizione dei
Principi di psicologia (2 volumi, 1872; la prima
edizione era del 1855);
Principi di sociologia (3 volumi, 1885);
Principi di morale (2 volumi, 1893). Egli pose al centro della sua
filosofia la nuova concezione dell'evoluzione organica che era venuta maturando
attraverso gli studi di biologia di Lamarck e che doveva costituire la base
della teoria darwiniana. Partendo dal presupposto che nella filosofia, a
differenza di quanto avviene nella scienza, si ha una completa unificazione del
sapere,
S. individuò quale specifico compito della filosofia
quello di offrire una legge generale di spiegazione di tutti i fenomeni. Questa
legge coincide con il principio di evoluzione, un processo necessario che
conduce a un infinito progresso dell'universo e di tutti i suoi aspetti
particolari, attuando il passaggio dall'indeterminato al determinato,
dall'omogeneo all'eterogeneo, dal semplice al complesso, dall'isolamento alla
connessione. In altri termini, il principio di evoluzione innesca un processo di
differenziazione e correlazione nel corso del quale la quantità di
energia esistente nell'universo, pur mantenendosi costante, consente di spiegare
ogni aspetto dell'universo stesso, dalla sua formazione al suo divenire:
dall'energia alla vita, dalla vita alla mente, dalla mente alla società,
dalla società alla civiltà a da questa a civiltà
maggiormente differenziate. In campo biologico l'evoluzione si presenta per
S. come il progressivo adattamento degli organismi all'ambiente, che
comporta sia la modificazione degli organi a seconda delle loro funzioni (in
base al principio di Lamarck), sia la trasmissione ereditaria di tali
trasformazioni, sia il principio darwiniano della lotta per la vita e della
selezione naturale. In campo psicologico
S. aderì a una versione
evoluzionista della psicologia associazionista e considerò i diversi
fenomeni mentali, dai più semplici (istinto) ai più complessi
(memoria, ragionamento, volontà), come il risultato del progressivo
adattamento dell'organismo all'ambiente circostante; gli stessi principi a
priori altro non apparvero al filosofo che il risultato di esperienze lentamente
accumulatesi per ereditarietà nella specie umana. Di qualche rilievo,
infine, sono le teorie spenceriane sulla società, vista nella sua
evoluzione da una forma cosiddetta “militare”, in cui la
cooperazione è coercizione, a una forma “industriale”, in cui
la cooperazione è volontaria. La stessa morale finì per divenire
mero risultato del processo di evoluzione. Il monumentale sistema edificato da
S. non riuscì, tuttavia, a comprendere la totalità
dell'universo, poiché la “forza originaria” che costituisce
il principio primo del processo evoluzionistico non venne da lui considerata
come parte di tale processo. Al di là di ciò che costituisce
l'oggetto proprio dell'esperienza sensibile,
S. parlò infatti di
una realtà assoluta, quale causa prima di ciò che si manifesta ai
nostri sensi e, come tale, inconoscibile positivamente (riecheggia qui la
distinzione kantiana tra fenomeno e noumeno). Questo Assoluto, che l'uomo pur
non potendo conoscere comunque avverte, rappresenta la soglia del mistero alla
quale pervengono per vie diverse sia la scienza sia la religione. La sintesi
filosofica di
S., al di là delle ambiguità logiche e degli
errori scientifici che contiene, contribuì notevolmente allo sviluppo
delle scienze sociali, legò la psicologia alla biologia, minando il
dogmatismo della vecchia psicologia associazionistica. Inoltre portò
l'etica e la politica nel contesto della ricerca sociologica e antropologica e
ruppe l'isolamento culturale della vecchia filosofia utilitaria e degli studi
sociali in genere. Rilevante fu l'influenza da essa esercitata sui
contemporanei. Oltre al
Sistema di filosofia sintetica,
S. scrisse
varie altre opere, tra cui:
Educazione (1861);
La classificazione
delle scienze (1864);
L'uomo contro lo Stato (1884);
Autobiografia (1904). Alcune delle sue opere minori furono raccolte nel
volume
Fatti e commenti (1902) (Derby 1820 - Brighton 1903).